Recollecting memories from five drawings
Museo di Roma in Trastevere
Questo è il luogo in cui una volta è accaduto
Esiste una Roma che osserva il turista, incantato da cupole torreggianti, da rovine che narrano fatti antichissimi, dall'opulenza barocca. Una Roma che appartiene alla memoria collettiva, quella storica, dove troneggiano edifici costruiti in ricordo di epoche celebri, politiche e religiose. Parallelamente esiste un'altra Roma, che come ogni altro luogo si vive in forma privata, in cui al di là degli strati architettonici, viene edificato il proprio percorso autobiografico, immateriale e solidissimo. Così Roma diventa per vocazione luogo della memoria - strato dopo strato - di storie già note e di storie mai sentite, che si sviluppano come su una scacchiera, lungo la quale si giochino una serie infinita di partite in cui ogni mossa è un solco indelebile, intrecciandosi e diventando parte di altre storie.
I frottage - che altro non sono che un sistema di rilevamento delle superfici nella tecnica del restauro – diventano un metodo di indagine, osservazione, e misurazione del ricordo. Sono mappe di luoghi emblematici, sfogliate per trovare la strada all’interno di una personale metropoli. Per ritrovare il territorio promosso a luogo di culto, in cui rielaborare l’ordinario affinché diventi sacro.
Esiste una Roma che osserva il turista, incantato da cupole torreggianti, da rovine che narrano fatti antichissimi, dall'opulenza barocca. Una Roma che appartiene alla memoria collettiva, quella storica, dove troneggiano edifici costruiti in ricordo di epoche celebri, politiche e religiose. Parallelamente esiste un'altra Roma, che come ogni altro luogo si vive in forma privata, in cui al di là degli strati architettonici, viene edificato il proprio percorso autobiografico, immateriale e solidissimo. Così Roma diventa per vocazione luogo della memoria - strato dopo strato - di storie già note e di storie mai sentite, che si sviluppano come su una scacchiera, lungo la quale si giochino una serie infinita di partite in cui ogni mossa è un solco indelebile, intrecciandosi e diventando parte di altre storie.
I frottage - che altro non sono che un sistema di rilevamento delle superfici nella tecnica del restauro – diventano un metodo di indagine, osservazione, e misurazione del ricordo. Sono mappe di luoghi emblematici, sfogliate per trovare la strada all’interno di una personale metropoli. Per ritrovare il territorio promosso a luogo di culto, in cui rielaborare l’ordinario affinché diventi sacro.
Nel video viene riproposto un gesto d’infanzia - quello di lasciar asciugare la colla sulle proprie mani, per poi staccarla come fossero lembi di pelle - che come una metonimia emotiva si relaziona al frottage: entrambi,
portano via una parte di sè rimasta incisa come un solco. La città, il posto che abbiamo deciso di elevare a “luogo sacro” - qualunque cosa questo significhi - diventa dunque una terra in cui ogni quartiere
è un confine da superare, un viaggio in cui riviviamo il passato aspettando il compiersi degli eventi, ognuno dei quali, con la sua precisa collocazione geografica: una volta la visione può accendersi tra gli incroci nei pressi della stazione del treno – “Questo è il luogo in cui una volta abbiamo pianto” – una volta in una piazza del centro – “Questo è il luogo in cui ci siamo sentiti di nuovo felici”, o nel cortile di un vecchio
quartiere popolare –“Questo è il cortile in cui giocavamo quand’eravamo bambini”. L’occhio vede oltre il dato reale, per far comparire una città che, invisibile agli occhi di ogni altro, si manifesta inaspettata con l’incanto della meraviglia, poichè dopotutto, ognuno di noi ha un posto da ricordare. Un posto che trova il tempo di parlarci in privato ogni volta che passiamo di là, ricordandoci:”Questo è il luogo in cui una volta, qualcosa è accaduto.”
La videoinstallazione Recollecting memories from five drawings è stata presentata nel 2009 al Museo di Roma in Trastevere, in occasione della mostra “Rome, place of memory, place of visions”, a cura di Andrea Fogli.
portano via una parte di sè rimasta incisa come un solco. La città, il posto che abbiamo deciso di elevare a “luogo sacro” - qualunque cosa questo significhi - diventa dunque una terra in cui ogni quartiere
è un confine da superare, un viaggio in cui riviviamo il passato aspettando il compiersi degli eventi, ognuno dei quali, con la sua precisa collocazione geografica: una volta la visione può accendersi tra gli incroci nei pressi della stazione del treno – “Questo è il luogo in cui una volta abbiamo pianto” – una volta in una piazza del centro – “Questo è il luogo in cui ci siamo sentiti di nuovo felici”, o nel cortile di un vecchio
quartiere popolare –“Questo è il cortile in cui giocavamo quand’eravamo bambini”. L’occhio vede oltre il dato reale, per far comparire una città che, invisibile agli occhi di ogni altro, si manifesta inaspettata con l’incanto della meraviglia, poichè dopotutto, ognuno di noi ha un posto da ricordare. Un posto che trova il tempo di parlarci in privato ogni volta che passiamo di là, ricordandoci:”Questo è il luogo in cui una volta, qualcosa è accaduto.”
La videoinstallazione Recollecting memories from five drawings è stata presentata nel 2009 al Museo di Roma in Trastevere, in occasione della mostra “Rome, place of memory, place of visions”, a cura di Andrea Fogli.